Riflessioni su un’estate di sviluppo software #3

“5 trazioni” 1… 2… 3… 4… 5…

“10 flessioni” 1… 2… … 8… 9… 10…

“15 squat” 1… 2… … 13… 14… 15…

1° giro, 55 secondi, ricomincia…

Come da tradizione negli ultimi due anni, in questo periodo, scrivo un articolo della serie Riflessioni di un’estate di sviluppo software (dovreste recuperare gli altri episodi qualora non li aveste letti 2023, 2024)

Sviluppare software mi piace, è il mio lavoro e la mia passione, e da quando lo sto facendo come CTO di Crono è diventata anche la mia missione. Nel senso che non è più semplicemente un lavoro ma rappresenta lo strumento che può determinare il successo della nostra startup, di tutte le persone coinvolte ma soprattutto il mio successo personale, che è la mia principale motivazione.

Mi piace soprattutto sviluppare software in estate, in modo particolare in agosto, quando la maggior parte dei clienti (e dei colleghi) è in vacanza, al mare, sotto l’ombrellone. Le richieste di feature e le segnalazioni di bug calano drasticamente. Insomma in agosto si trova il tempo per dedicare attenzione a tutte quelle cose importanti che durante l’anno non si riesce ad affrontare.

L’idea per il primo articolo di questa serie, due anni fa, mi era venuta perché quell’estate, date una serie di circostanze che descrivo nell’articolo, avevo deciso di rinunciare alle ferie estive e alle vacanze. Anche quest’anno mi sono ritrovato a fare la stessa scelta, principalmente per due motivi:

  • Sono diventato papà il 30 giugno
  • Ci sono sempre troppe cose da fare

La nascita di un figlio è un’esperienza che stravolge totalmente la vita e che sblocca un nuovo livello di sensazioni che non è possibile concepire prima. Questo primo periodo è stato necessario per capire come funziona un figlio, quali sono i suoi ritmi, come e quando deve mangiare, dormire o essere cambiato. Soprattutto, non appena pensi di avere trovato la quadra, si presenta uno scatto di crescita e bisogna ricominciare l’apprendimento da capo.

La difficoltà principale è riuscire ad organizzare gli orari e gli impegni durante la giornata, specialmente quando nel tuo studio si materializza un fasciatoio. Fortunatamente, la mia compagna dedica il 100% del suo tempo al piccolo ma, lavorando da casa, cerco di supportarla nei momenti in cui ha bisogno, e non è insolito dovere affrontare una call con urla di neonato in sottofondo.

Insomma, lavorare da casa con un bambino appena nato è un po’ come passare al livello Pro nei videogiochi.

Massimino prova ad assorbire conoscenza durante il sonno

Abbiamo provato a fare un paio di weekend sul lago in queste ultime settimane ma ci siamo resi conto che passare due giorni fuori casa con un bambino così piccolo comporta un livello di stress e fatica che supera la quantità di riposo che si desidera ottenere da una (mini) vacanza. Insomma, è sicuramente una bella esperienza, ma di certo non aiuta a recuperare le energie.

“5 trazioni” 1… 2… 3… 4… 5…

“10 flessioni” 1… 2… … 8… 9… 10…

“15 squat” 1… 2… … 13… 14… 15…

10° giro, 1 minuto e 20 secondi, ricomincia…

Riguardo Crono, siamo sempre in un periodo intenso. L’azienda sta crescendo: aumentano i clienti, arrivano nuove persone da inserire nel team ed iniziano progetti più grossi e più ambiziosi. Insomma ci sono sempre troppe cose da fare e, volendo spingere sull’acceleratore per sfruttare il momento, risulta difficile per me prendermi un periodo di ferie adesso.

Insomma l’insieme di queste circostanze mi ha portato a scegliere di rimandare le vacanze, anche perché staccare quando ci sono troppe cose da fare si traduce in un periodo ancora più complesso da gestire nel momento in cui si ritorna.

Quindi, mi sono concentrato sul lavoro e devo dire che è stata un’estate molto produttiva, che è una grande soddisfazione.

Certo, non è facile lavorare sapendo che gli altri sono in ferie, specialmente quando per staccare 5 minuti ti ritrovi a scrollare sui social e vedi tramonti mozzafiato su spiagge paradisiache, aperitivi vista Dolomiti, skyline di città orientali fotografati dal 50° piano oppure templi di divinità delle quali manco riesci ad immaginare il nome.

In quel momento ammetto che mi piacerebbe tuffarmi nello schermo e teletrasportarmi in vacanza, ma poi mi rendo conto quanto sia importante focalizzarsi sull’obiettivo e allontanarsi dal Rumore.

L’obiettivo è quello di fare compiere il salto definitivo a Crono. Ormai siamo apparsi sulla mappa dei software nel nostro settore, adesso vogliamo scalare questa classifica e raggiungere la vetta.

Conosco quel fulmine

Oltre al miglioramento di tutte le funzionalità esistenti (alcune che comportano modifiche strutturali al software nato ~3 anni fa) stiamo lavorando ad un nuovo progetto che coinvolge l’intelligenza artificiale e che ci permetterà di rivoluzionare l’esperienza di utilizzo ed il modo in cui viene svolto il ruolo del commerciale in ambito digitale.

Insomma abbiamo tanta carne al fuoco e questi periodi rendono il lavoro ancora più sfidante ed eccitante.

Inoltre, in questo periodo abbiamo dedicato parecchio tempo per capire come l’intelligenza artificiale possa migliorare le performance del team di sviluppo. Sono passati 2 anni e mezzo dall’uscita di ChatGPT (e quasi 4 da Github Copilot) ma penso che negli ultimi mesi i tool di supporto allo sviluppo software abbiano compiuto un salto netto in termini di qualità rispetto al passato.

Certo, bisogna imparare a conoscerli e ad utilizzarli, capire quali sono i loro punti di forza ed i punti di debolezza, quali casi d’uso sono più adatti e quali invece necessitano (ancora) dell’intelligenza umana.

Soprattutto è innegabile riconoscere che il lavoro dello sviluppatore stia cambiando con una velocità impressionante e che forse tra 5-10 anni non esisterà più per come siamo stati abituati a concepirlo finora.

Mi ricordo nel 2004, 19 anni fa, quando nei primi mesi di terza superiore, la professoressa (Gianna Pezzini, che non smetterò mai di ringraziare) ci ha insegnato a sviluppare software “come si faceva una volta” ovvero senza utilizzare un ambiente di sviluppo. Niente autocompletamenti, niente parole chiave evidenziate, niente suggerimenti o possibilità di visualizzare il contenuto di una classe. Solo cervello, schermo, tastiera e compilatore.

Insomma lo sviluppo software è in continua evoluzione da quando è nato. L’intelligenza artificiale (generativa) è uno strumento che funziona alla grande in questo ambito perché principalmente è stato creato dagli sviluppatori per gli sviluppatori, prima di accorgersi che potesse essere esteso al grande pubblico ed utilizzato per generare copy per post su LinkedIn, foto di simpatici gattini o video di neonati che si lamentano dei genitori.

É difficile immaginare come potrà evolvere (ancora) lo sviluppo di software, se ci sarà (ancora) bisogno di sviluppatori in futuro e che impatto in generale avrà questa rivoluzione sul mondo del software e del lavoro.

Per quest’estate lasciatemi ancora fare il lavoro che amo fare, poi per l’anno prossimo vedremo.

“5 trazioni” 1… 2… 3… 4… 5…

“10 flessioni” 1… 2… … 8… 9… 10…

“15 squat” 1… 2… … 13… 14… 15…

20° giro, fine, 27’51” record stagionale.

In estate mi piace aggiungere una sessione settimanale di allenamento (oltre alle 3 solite sessioni che svolgo abitualmente in palestra) che svolgo nel weekend all’aperto, tendenzialmente la mattina presto per evitare il caldo. É un circuito composto da 5 trazioni – 10 flessioni – 15 squat, ripetuti per 20 volte, con l’obiettivo di completarlo nel minor tempo possibile.

É molto impegnativo, specialmente perché diventa una sfida con sé stessi e spinge a cercare di migliorarsi di settimana in settimana. Abituare il fisico ad uno sforzo di questo tipo non allena soltanto la muscolatura e la resistenza corporea, allena principalmente la mente.

Nei periodi lavorativi intensi, la capacità di sopportare lo stress e la fatica fisica, aumenta in modo consistente il livello di tenuta mentale. Fondare una startup, con l’obiettivo di diventare i migliori nel proprio settore, richiede un impegno ed un livello di stress difficile da comprendere prima di sperimentarlo. La cosa importante è trovare il modo migliore per individuarne i sintomi e gestirlo. Personalmente, l’allenamento fisico è sempre stata la migliore valvola di sfogo.

Con questo articolo non voglio trasmettere il messaggio:

“Lavorate sodo e non fate vacanze se volete raggiungere i vostri obiettivi, ah e ricordatevi anche di fare allenamento se volete essere i numeri uno”.

Sono consapevole che non si possa soltanto lavorare e che sia necessario avere dei periodi di scarico, soprattutto per liberare la mente e permettere a nuove idee di emergere. Bisogna trovare il proprio ritmo ed imparare a conoscersi per bilanciare nel modo migliore la vita ed il lavoro.

Poi io sono un fan delle vacanze, soprattutto di quelle al mare.

Pensate che l’ultima volta che ci sono stato, esattamente un anno fa, grazie alla vena creativa scaturita dalla mente libera ho partorito questo articolo Scegliere.

Che nel subconscio ha dato il via al pensiero che ha portato alla nascita di Massimo.

Motivo per cui quest’anno ho scelto che avrei riposato di più se avessi rinunciato alle vacanze, e si chiude così il cerchio 🙂

Toplus

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