Crono vista dagli occhi del CTO (parte 4)

Dopo un anno di assenza dal mio blog ho deciso di raccontarne il motivo. Se ti sei perso la terza parte di questo racconto ti suggerisco di recuperarlo qua Crono vista dagli occhi del CTO (parte 3) prima di procedere. Let’s go!

L’inizio del 2023 è stato per Crono decisamente rocambolesco. Abbiamo portato avanti e sviluppato così tante attività in parallelo che devo fermarmi un attimo per riuscire a isolarle e a focalizzarle. Ma, come al solito, procediamo per gradi.

La raccolta di fondi da parte dei business angels continuava molto bene e riusciamo ad avvicinarci al tetto che avevamo pensato di riservare per loro all’interno del round. Credo che trovare dei business angels esperti nel settore sia una delle mosse più importanti per una startup in early-stage dato che, grazie all’esperienza e al network che possono condividere, si ha la possibilità di raggiungere molte opportunità su vari ambiti.

Inoltre, questo ci ha permesso di raccogliere un po’ di cassa per continuare ad investire nel progetto, mentre continuavamo a perseverare nella ricerca di un investitore che guidasse il round.

Lato sviluppo prodotto stavamo ancora iterando grazie ai feedback ricevuti dai clienti, cercando di introdurre sia miglioramenti al software esistente sia nuove funzionalità per rendere Crono il migliore tool per potenziare i propri utenti nel processo di vendita outbound.

Gestire la parte tecnologica da soli, nelle fasi iniziali di una startup, è una situazione abbastanza comune che richiede tante competenze, flessibilità, tempo e soprattutto pazienza. Potrebbe capitarti di dover sistemare la dimensione di una scritta nell’applicazione web, mentre stai completando una sincronizzazione tra database, dopo avere appena sviluppato una nuova API e risolto un bug.

Il tutto nell’arco di 15 minuti.

Inoltre, uno sviluppatore che indossa i panni di un CTO deve sempre combattere tra la sua indole di scrivere codice pulito e ben strutturato e la necessità di implementare funzionalità in fretta che potrebbero non essere più necessarie dopo 15 giorni.

Per questo argomento non posso fare altro che consigliare uno degli articoli che più mi ha illuminato durante questo percorso, ovvero “Do Things that Don’t Scale” di Paul Graham (Y Combinator).

Se non avete il tempo per leggerlo posso (umilmente) riassumerlo in modo molto rapido: all’inizio per una startup è necessario, sotto tutti gli aspetti, fare cose che non scalano. Sarebbe molto più problematico investire troppo tempo nel rendere il software totalmente pulito, automatizzato e scalabile per poi rendersi conto che il prodotto realizzato non è in realtà quello di cui l’utente necessita (~ndr consiglio vivamente di leggere l’articolo se vi interessa approfondire).

Quanto si impiega a trovare il prodotto di cui l’utente necessita? Questa è la domanda alla quale ogni founder vorrebbe ottenere la risposta. Trovare il product-market fit è un processo molto complesso dove entrano in gioco tantissimi fattori. Anche quando hai individuato con precisione l’esigenze del cliente è difficile realizzare il prodotto che aderisca il più possibile alle stesse, soprattutto nel modo in cui l’utente si aspetta.

Per questo ci si ritrova immersi in un processo ciclico dove, con un colpo al cerchio ed uno alla botte (ndr metafora molto italiana che mi insegnò un professore di informatica al primo anno di università), si prova ad avvicinarsi sempre di più alla soluzione migliore.

É anche una questione di tempo, risorse e competenze differenti e necessarie che in una fase iniziale difficilmente sono totalmente presenti all’interno del team.

Per quanto non sia possibile sapere in anticipo quanto possa durare questo processo in letteratura sono tutti abbastanza convinti su come ci si accorge di avere raggiunto il product-market fit: nel momento in cui si ha l’impressione che il business stia scoppiando e che l’intera macchina non sia più in grado di reggere l’afflusso di nuovi clienti.

Quello è il vero momento di panico per il CTO, perché è in quel momento che bisogna realmente preoccuparsi di fare cose che scalino per rendere il software e l’infrastruttura pronta a supportare la crescita del business.

Ma, un’altra volta, sto andando troppo di fretta. Ritornando ai primi mesi del 2023 e alla nostra ricerca del product-market fit capiamo che inizio ad avere bisogno di un supporto nello sviluppo del software. Iniziamo così a preoccuparci di espandere il team tecnico, ovviamente con (molta) poca esperienza su come svolgere il complicato lavoro di ricerca del personale.

Trovare sviluppatori è notoriamente un processo molto difficile. Il motivo principale è dato dal fatto che la domanda è di gran lunga superiore all’offerta. Inoltre, l’imbuto si restringe sempre di più se aggiungi la volontà di trovare persone brillanti, proattive, desiderose di cambiare lavoro e con la giusta dose di propensione al rischio e passione per l’innovazione.

Ci barcameniamo tra vari canali (Job post + contatti diretti su LinkedIn, network di founder e colleghi, ex professori) e grazie anche ai preziosi suggerimenti di amici professionisti super in gamba nel settore HR (specialmente di Giada!) riusciamo a organizzare diversi colloqui con sviluppatori incuriositi dal nostro progetto.

Durante le interviste traspare facilmente il nostro entusiasmo nell’avere lanciato un progetto così ambizioso in fase di forte crescita, ma non è stato sempre scontato trovare dall’altra parte un feedback corrispondente. D’altronde come può competere una giovane startup contro i benefit delle grosse aziende multinazionali o l’ordinarietà di una piccola software house?

In realtà una risposta c’è: anche i primi dipendenti devono condividere lo stesso sogno dei founder e avere quella scintilla negli occhi che li invoglia a rivoluzionare uno specifico settore, con la consapevolezza che la crescita della startup sarà direttamente proporzionale a quello che possono prendere e apprendere dalla stessa.

Dopo varie settimane di ricerche ed interviste siamo stati orgogliosi e felici di trovare due persone super competenti che si sposano perfettamente col nostro progetto:

  • Roberto Cornacchiari: giovane promessa dell’informatica (~ndr dal vivaio ITIS Castelli di Brescia, come il sottoscritto :P) che frequenta ancora il secondo anno di università ma già in grado di essere indipendente nello sviluppo frontend.
  • Leonardo Falco: sviluppatore senior con profonda conoscenza e passione per lo sviluppo software, desideroso di cogliere la sfida di fare scalare il backend di Crono per la prossima fase di crescita.

Roberto e Leonardo hanno entrambi compreso e condiviso il nostro sogno e, con la giusta ambizione, vogliono aiutarci a rendere grande questo progetto. Insomma con Cornacchiari e Falco il nostro team tech non può fare altro che volare 🥶

~ndr al momento della pubblicazione di questo articolo Roberto ha già iniziato a cambiare la faccia del frontend di Crono, mentre Leonardo sta per concludere lattuale esperienza lavorativa per poi iniziare la nuova in Crono. Questa storia non verrà raccontata in questo post.

Mentre stavamo affrontando il problema della composizione del team tecnico (e sviluppando il prodotto, vendendolo e lavorando per la crescita del brand) il nostro focus era sempre e comunque sulla raccolta di investimenti. Gestire così tanti aspetti tutti insieme non è facile, anche perché sono tutte attività molto time-consuming, specialmente se le approcci per la prima volta.

Essere in 4 co-founders ci ha permesso di suddividerci bene i ruoli e, con un’ottima attività di coordinamento interna, siamo riusciti a portare avanti in parallelo tutto il lavoro che era necessario fare. La raccolta fondi è stato il campo del nostro CEO Lorenzo che per 6-7 mesi ha portato avanti a tempo pieno, in modo brillante ed instancabile.

Nei primi mesi del 2023 dopo un periodo di discussione si sono sbloccate le cose. Eravamo in fase avanzata con tre fondi (due inglesi ed uno italiano) che si sono offerti di guidare il round come lead investor. In quel momento avevamo capito che ci fosse un concreto interesse ad investire nel progetto da parte di investitori e questo ci ha dato una bella carica. Dopo aver scelto, con cura, il lead investor avevamo bisogno di individuare una serie di altri 3-4 fondi pronti ad entrare insieme con dei ticket minori.

Fortunatamente, nel corso dei mesi precedenti, avevamo incontrato molti attori entusiasti di Crono. Tra questi abbiamo potuto scegliere dei super partner pronti a partecipare al round e a supportarci nella nostra crescita.

Dopo qualche la settimana, la lista definitiva era la seguente:

1) SFC Capital: è il fondo inglese sul quale abbiamo deciso di puntare che ha svolto il ruolo di lead investor. Ci ha entusiasmato la conoscenza del nostro settore ed il fatto che avessero investito in passato in un altro grande player in ambito sales tech che ora è un unicorno.

2) Magic Mind: è l’acceleratore di Digital Magics per l’intelligenza artificiale. Un percorso nato in Italia ma con visione e impronta fortemente europea, guidato da un super team di giovani e brillanti ragazzi italiani che sta ritagliando un percorso su misura per le esigenze delle startup.

3) Startup Wise Guys: (capitolo di Bilbao) è uno dei più importanti acceleratori europei con un percorso di formazione molto intenso e di grande valore e alimentato dall’esperienza di tanti founders da tutta Europa che svolgono il ruolo di mentor.

4) Aticco Ventures: Un fondo di Barcellona guidato da due giovani imprenditori con un importante track record di investimenti.

5) Starseed Investments Pvt. Ltd.: community di business angel con base a Londra e composta da importanti imprenditori da tutta Europa (e anche dall’Italia).

Ovviamente sono inclusi anche tutti i singoli business angel che hanno creduto in noi fin dall’inizio.

Se volete maggiori dettagli relativi al round d’investimento potete trovare qua il comunicato stampa ufficiale di StartupItalia.

Crono dagli occhi del CTO
Noi felicioni post round

Ebbene sì a 6 mesi dall’uscita del nostro servizio sul mercato siamo riusciti a raccogliere il nostro primo round d’investimento (pre-seed). Ci sarebbero tantissime cose da dire a riguardo dato che per noi è stato un vero turbine di emozioni, in un periodo molto concitato, che non abbiamo neanche avuto il tempo di processare.

Raccogliere un round d’investimento è innanzitutto un primo importante momento di validazione per una startup. Significa che non siamo gli unici a credere in quello che stiamo facendo ma che insieme a noi ci stanno credendo altre persone, esperte nel settore, che stanno attivando le risorse possibili per far si che la nostra startup possa crescere sempre di più.

Questo ci ha dato una carica ed uno stimolo incredibile e ci spinge a fare sempre meglio e a volere dimostrare il valore che sappiamo di potere raggiungere.

Ovviamente siamo consapevoli di come per noi questo sia un banco di prova. Ovvero, abbiamo trovato le risorse necessarie per continuare ad investire nel progetto, ottimizzare il prodotto e fare crescere il numero di clienti ma sappiamo che ora è il momento di lavorare ancora più sodo per concretizzare tutte le idee che sono nella nostra testa e che siamo convinti possano rivoluzionare il mondo dell’outbound prospecting.

In poche parole, abbiamo festeggiato la notizia davanti ai nostri computer senza distogliere troppo l’attenzione da tutte le varie attività in corso. Consapevoli che per noi questo è un primo piccolo traguardo di un percorso molto più lungo e ancora tutto da vivere.

Negli ultimi 3 mesi sono inoltre si sono svolte tutta una serie di altri eventi e attività che, per vari motivi, non ha senso raccontare in questo post. Vorrei parlarvi di tante altre cose ma penso sia meglio prima aspettare a vedere come evolvono per avere una visione più completa e meno coinvolta di quella che potrei avere adesso.

Magari più avanti sentirò nuovamente il bisogno di raccontare gli avvenimenti di Crono, così come ho fatto per questa serie di 4 articoli. Spero di avervi tenuto compagnia e di avervi trasmesso qualcosa, consapevole che scriverli è servito in primis a me.

Se volete leggere altri articoli in futuro iscrivetevi qua.
Se avete domande, feedback o consigli sono felice di rispondervi!

Toplus

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