Continua il racconto sulla storia di Crono, vista dagli occhi del CTO. Se ti sei perso l’episodio precedente di questo racconto ti suggerisco di recuperarlo qua Crono vista dagli occhi del CTO (parte 10) prima di procedere. Let’s go!
Dove eravamo rimasti? Ah sì, siamo circa a dicembre che è un po’ quel periodo dell’anno dove la gente sembra essere più preoccupata a fare festa piuttosto che a lavorare. Che poi alla fine è anche corretto, essendo un periodo di festività, anche se non è sempre facile far parte del coro quando sei founder di una startup.
Sia chiaro, questa non vuole essere una lamentela, la startup ce la siamo voluta e siamo felici della nostra situazione ma è in questi periodi che ti accorgi che quando hai un’attività imprenditoriale non è facile trovare dei momenti per staccare la spina e non pensare alle complessità da gestire. Bisogna essere sempre sul pezzo, sempre.
Il periodo di festività ha delle ripercussioni anche sulle vendite (a meno che voi non vendiate panettoni o alberi di Natale ovviamente). Il tasso di risposta dei messaggi e delle telefonate cala drasticamente, le persone stanno pensando alle vacanze e non ad acquistare software per le vendite outbound.
Questo significa tre cose per chi ha una startup di prodotto:
- si ha più tempo a disposizione per concentrarsi su nuovi sviluppi ad alto impatto
- è un ottimo momento per allineare gli obiettivi e investigare feature che alzano il grado di innovazione
- il sales team può andare in vacanza.
Partiamo dal primo punto, durante le vacanze di Natale abbiamo dedicato tempo per lavorare sull’integrazione del Multi-Mailbox, ovvero la possibilità per un utente di integrare più di un indirizzo e-mail per mandare messaggi.
Potrebbe sembrare una funzionalità semplice, dato che è disponibile in altri software nel nostro settore, ma essendo appunto uno dei punti cardini della nostra applicazione, presente fin dal giorno zero, non era facile “ristrutturarla” per permettere una user experience adatta alle necessità.
In questi momenti, avendo meno richieste da parte dei clienti, è più facile concentrarsi sull’implementazione di funzionalità complesse ed in 2 settimane il Multi-Mailbox era pronto per essere messo in produzione.
Quanto è bello lavorare mentre gli altri sono in vacanza 🙂
Durante il periodo di Natale, troviamo anche il momento per organizzare una cena tra founder e passare del tempo per lavorare insieme.

Riunirci ci permette di fare un punto della situazione e di valutare gli step futuri. L’anno si è chiuso in modo positivo e ripensando ai progressi fatti nei 365 giorni precedenti ci rendiamo conto che abbiamo fatto dei passi da gigante, considerando le risorse a disposizione.
Purtroppo nel nostro settore la crescita non può essere esponenziale, come gli investitori vorrebbero, essenzialmente per tre motivi:
- La piattaforma da sviluppare è molto complessa: integrazioni, flessibilità e customizzazione, sincronizzazione tra varie sorgenti, automazioni, canali di comunicazione, impostazioni e supervisione, grafici e reportistica, data enrichment, intelligenza artificiale e chi più ne ha più ne metta.
- I competitor sono molto grandi (sia in termini di fatturato sia in termini di risorse) e sono partiti molto prima di noi. Anche se, considerando la loro struttura, sono più lenti ad innovare rispetto ad una startup, hanno già molte funzionalità implementate e a noi servirebbe tempo per ridurre il gap tecnologico.
- Ci sono tanti competitor e al nostro “utente tipo” piace testare varie soluzioni, quindi per fidelizzare i clienti devi lavorare molto anche sul rapporto con loro, rallentando notevolmente la velocità con cui la base clienti cresce.
Tutto questo ovviamente non significa che sia impossibile crescere molto, significa soltanto che richiede più tempo.
Hubspot, fondata nel 2006, è attualmente uno dei più importanti e moderni CRM in tutto il mondo. Ha impiegato 7 anni a raggiungere il fatturato annuale di 1 milione. Non perché il loro software agli inizi facesse schifo ma perché gli è servito tempo per colmare il gap con altri software più consolidati (vedi Salesforce). L’anno scorso Hubspot ha chiuso l’anno con un fatturato di $2,63 billion. Certo è ancora ben al di sotto rispetto al fatturato di Salesforce ($34,9 billion) ma è ormai riconosciuto come il miglior CRM per aziende moderne e sta continuando a crescere e a innovare giorno dopo giorno.
Perché vi sto parlando di queste cose?
Perché per una startup il tema dei soldi è sempre di vitale importanza. Possiamo ovviamente dire che le cose stanno andando bene quando vediamo i clienti ed il prodotto crescere, ma è importante pianificare a livello finanziario l’anno per comprendere la direzione da prendere bilanciando le risorse a disposizione.
Il secondo tema, legato a doppio filo a quello dei soldi, è quello degli investitori.
Finchè non si riesce a costruire una macchina che si alimenta da sola (fatturato > di costi) è indispensabile riuscire ad aggiungere gli investitori nell’equazione per supportare e alimentare la crescita.
Così chiudiamo l’anno ragionando sulla migliore strategia dal punto di vista finanziario e decidendo di concentrare nuove risorse sul prodotto. Siamo un’azienda software, è fondamentale per noi che la piattaforma continui a crescere e a migliorare giorno dopo giorno.
Decidiamo di investire in quella direzione, aggiungendo una figura che ancora mancava nel team: il Product Owner. Dopo un’attenta ricerca troviamo Elisabetta, una ragazza con esperienza a livello internazionale in startup e scaleup e con una grande passione nello sviluppo prodotto.
Gennaio riparte e i nostri clienti ritornano al lavoro, ricominciando ad usare la nostra piattaforma alla grande. Ripartono di conseguenza le richieste di supporto e come sempre non è facile stare concentrati sull’innovazione quando arrivano tantissime richieste di miglioramento ed espansione dell’esistente. Bisogna trovare un giusto bilanciamento, per diventare i migliori dobbiamo avere un’ossessione nel volerci migliorare costantemente e non c’è feedback più efficace di quello che arriva direttamente dagli utilizzatori.
Quindi, armati pazienza, si cerca il modo migliore per coordinare tutto, sempre valutando le risorse a disposizione.
Durante quel mese decidiamo di dedicare uno sprint ad una nuova funzionalità nell’ottica di potenziare Crono sfruttando l’intelligenza artificiale generativa. Grazie ai dati disponibili e ad altri reperibili da sorgenti esterne, abbiamo dato la possibilità ai nostri utenti di qualificare le proprie lead e di personalizzare i messaggi utilizzando l’AI generativa.
Il risultato finale è stato molto al di sopra delle aspettative considerando il tempo e le risorse messe in gioco. Questo è stato possibile perché il lavoro nella realizzazione di questa feature è stato ben orchestrato anche grazie ad Elisabetta che ha contribuito portando un nuovo approccio nella fase iniziale di design ed ha facilitato il lavoro degli sviluppatori.
In questo periodo ho iniziato a rendermi conto che il team di sviluppo stava incrementando di molto il proprio affiatamento e questo portava benefici sia in termini di collaborazione sia nella qualità del lavoro svolto.
Queste sono le piccole cose che rendono felice un CTO e non posso fare altro che ringraziare tutti i membri del mio team che contribuiscono ogni giorno cercando di dare il massimo e di migliorare costantemente processi e prodotto.
Visto l’affiatamento crescente, ho pensato che fosse giunto il momento di darci un nome. Dopo un sondaggio interno il risultato è stato: cronerds (croners + nerds :D).
Nello stesso periodo abbiamo iniziato a chiamarci dragons e riperterci che stavamo volando e sputando fuoco.
Non ricordo bene quale sia stato il motivo scatenante (forse troppi libri e film fantasy nella mia libreria) tuttavia sì, ogni mese stavamo volando sempre di più e le vendite ci permettevano di mantenere una crescita costante del 15% mese su mese, un risultato non comune per una startup.


É stato prodotta anche una canzone (ovviamente con l’AI) “We’re all dragons“, ma vi risparmierò su questo. Però non posso esimermi dal mostrarvi l’ammiraglia della Crono Airline (anche perché mi ha richiesto un sacco di tempo realizzarla con ChatGPT).

Insomma tra una cosa e l’altra arriviamo a febbraio continuando a crescere in modo costante in termini di risultati e a migliorare la piattaforma settimana dopo settimana. Credo che gli indicatori più importanti per una startup in ambito SaaS siano avere un prodotto che continui a migliorare ed una base clienti che cresca. Siamo nella giusta direzione.
Lavorare in una startup è sicuramente faticoso, non soltanto per i founders, anche per i dipendenti. I ritmi sono alti, le complessità e le cose da migliorare all’ordine del giorno, la mancanza di struttura comporta un aumento delle responsabilità e chi dovrebbe dirigere e gestire (ovvero i founders) è altrettanto impegnato sull’operatività, il che si tramuta, talvolta, in mancanza di attenzioni sulle necessità dei dipendenti.
Tuttavia, ci siamo resi conto che ci sono persone più adatte di altre a lavorare in questo contesto. Per loro un’organizzazione dinamica e destrutturata risulta accettabile e la missione della startup diventa la loro missione. Questo crea un ambiente dove, nonostante le difficoltà, si riesce anche a trovare il tempo per divertirsi e per creare legami.
Cosi è stato per Dante, che è arrivato in Crono a fine ottobre 2023 per uno stage universitario ed è rimasto con noi per più di un anno, condividendo insieme al resto del team tanti momenti indimenticabili. Febbraio è stato l’ultimo mese per lui in Crono, dato che l’accordo con suo padre era che al termine degli studi a Milano sarebbe rientrato nella sua amata Firenze per lavorare nell’azienda di famiglia.
Quando vedi un dipendente lasciare un’azienda e non riuscire a smettere di piangere durante l’ultimo giorno di lavoro, significa che quello che stiamo costruendo va ben oltre il “business”. Vi lascio con il suo post LinkedIn di addio a Crono, le sue parole valgono molto di più delle mie, vi raccomando la lettura.
Io non posso fare altro che ringraziarlo e dirgli che è stato bello incrociare il suo cammino e averlo avuto con noi.

Come founders (Marco, Lorenzo, Alex ed io) stiamo crescendo quotidianamente e più andiamo avanti più stiamo imparando a gestire situazioni che non conoscevamo, talvolta anche imparando dai nostri stessi errori.
Una cosa che abbiamo capito essere fondamentale è l’importanza di potersi confrontare con chi ha più esperienza di noi ed ha già affrontato gli stessi ostacoli durante il percorso di crescita di una startup. Spesso quelli che definiamo problemi sono situazioni normali che si presentano nei vari step di crescita, ma chi ci è già passato è in grado di riconoscerli, catalogarli e offrire spunti su quali siano i vantaggli e gli svantaggi di ogni scelta.
Da parte nostra non perdiamo occasione di partecipare a questi momenti di condivisione con persone più esperte: abbiamo la fortuna di avere come advisor Marcello Majonchi (al momento Chief Product Officer di Arduino) che vanta una grandissima esperienza internazionale in tante startup e grandi aziende di prodotto in ambito digitale. La sessione di advisor settimanale con lui è sempre molto utile per avere un punto di vista esperto e non influenzato (come il nostro) dall’operatività quotidiana.
Ad inizio marzo abbiamo avuto anche l’onore di riscuotere il premio della competition PowerUp di Qonto (che ha lanciato da poco la quarta edizione) che abbiamo vinto a novembre 2024. Il premio consisteva in una sessione di mentorship con Alexandre Prot founder di Qonto, un’ora intensa dove abbiamo avuto la possibilità di fare domande inerenti al nostro progetto e ricevere spunti illuminanti che soltanto qualcuno con questa esperienza può dare.
Quello che possiamo fare è provare ad assorbire da queste persone ogni goccia del loro sapere, ogni volta che ne abbiamo l’occasione. Chissà, magari riusciremo anche noi un giorno a diventare grandi come loro.
Keep pushing.
Toplus.
Grande Crono, complimenti a tutti 👍
Sempre più forti 👍